domenica 5 novembre 2017

Scatti Folli a Palazzo Malaspina

Se siete amanti del cinema italiano e vi trovate a passare per Firenze, fermatevi a San Donato in Poggio, entrate a Palazzo Malaspina e fatevi coinvolgere dagli scatti folli di Paolo Ciriello. Sì avete capito bene, scatti folli, "Scatti Folli" è il titolo della mostra fotografica dedicata a "La Pazza Gioia", il recente capolavoro italiano vincitore di cinque David di Donatello e firmato Paolo Virzì, che sarà possibile visitare fino al 3 dicembre dal venerdì alla domenica con orario 16.30/19.30.
Si tratta di un viaggio che non si limita a svelare i retroscena del film, ma dà accesso ad un mondo che raramente viene messo in luce, sì perché il regista nella sua straordinaria pellicola, che verte sul psichico, non si è limitato a scegliere due attici d'eccezione come Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi, ma anche reali pazienti del Centro di salute mentale di Montecatini che fanno parte del gruppo di teatro "Mah! Boh" creato proprio dal direttore della struttura Vito D'Anza. Dalle foto in esposizione e dai documentari che si possono seguire al piano terra e al primo piano del palazzo si può notare la forza di queste donne e la forza che hanno dato al film, un film dai toni della commedia che racchiude una tematica forte trattata in maniera delicata come pochi registi sanno fare.
Vi consiglio quindi di guardare "La Pazza Gioia" se non l'avete ancora fatto, venire a vedere la mostra e, ovviamente, dirmi la vostra!

lunedì 1 maggio 2017

IL RAGAZZO DI ALEPPO CHE HA DIPINTO LA GUERRA

- Non posso disegnare! Fuori c'è troppo rumore!- Urlo a Yasmine.
- Adam, habibi, calmati. Ignorali e basta!
- Yasmine, dai uffa, dì ai bambini di smetterla! A te danno retta.
Yasmine abbassa la testa, lo fa sempre quando deve spiegarmi qualcosa di difficile e a me non piace.
Adam, habibi, sei abbastanza grande da capire che sta per cominciare la guerra.

È così che comincia Il ragazzo di Aleppo che ha dipinto la guerra, Adam è un ragazzino siriano di quattordici anni affetto da sindrome di Asperger che ci racconta, attraverso le sue parole e i suoi quadri la guerra. Il suo mondo è a colori, tutte le sue emozioni sono associate a colori che riporta sulla sua inseparabile tavolozza per spiegarle a sé stesso e al mondo, verso la fine del libro afferma di sperare che qualcuno possa trovare i suoi dipinti per sapere cosa è successo.
Yasmine è la sorella, una sorella speciale che, da quando la mamma li ha lasciati a seguito di una malattia, si occupa totalmente di lui, Yasmine è il suo punto di riferimento, "la sua persona preferita" come la definirà più volte, l'unica dalla quale si sente capito. Il personaggio di Yasmine è molto forte, è una ragazza che rinuncia alla sua vita ed è pronta a rinunciare al suo amore per prendesi cura del fratello e lo farà anche nei momenti più duri di questa guerra nella quale loro, come tanti, sono vittime innocenti. Adam è Yasmine non sono soli, accanto a loro Isa, Khaled e Tareq: i loro fratelli e Baba: il papà, ed entreranno a far parte della famiglia la cugina Amira e il vicino di casa Ali che ha visto davanti ai suoi occhi lo sterminio della sua famiglia.
Il Ragazzo di Aleppo che ha dipinto la guerra è un libro che utilizza il linguaggio semplice, il linguaggio di Asdam, e può, in questo modo, arrivare a tutti, è un libro crudo che non permette di trattenere le lacrime.
Grazie e complimenti alla giovanissima autrice Sumia Sukkar che con il suo linguaggio ci ha aperto una finestra su questa realtà che non sempre i giornali ci consentono di conoscere appieno e, ovviamente, grazie alla traduttrice Barbara Benini.
La casa editrice è Il Sirente e si occupa progetti editoriali non noti in Italia, attiva dal 1998, nel 2008 ha dato viata alla collana ALtriarabi che mette in luce la realtà araba contemporanea. Diverse sono le interessanti collane dell'editore legate anche alle inchieste, Il Sirente è stata per me una bella scoperta che devo al Pisa Book Festival, conto di al più presto di darim alla lettura di altri volumi, intanto invito tutti a leggere Il ragazzo di Aleppo che ha dipinto la guerra di Sumia Sukkar èer una maggiore consapevolezza, per conoscere i terribili scenari di guerra che si aprono a pochi chilometri da noi.

domenica 30 aprile 2017

Crete senesi on the road

Siete amanti dei viaggi on the road, quelli nei quali siete solo voi e la vostra macchina o la vostra moto pronti a farvi guidare da paesaggi belli da perdere il fiato, quei viaggi la cui meta è data dall'istinto? bene facciamo tappa in Toscana. Si sa, la Toscana è la regina dei paesaggi fiabeschi ed è fantastica perché non fai in tempo a convincerti di aver visto il più bel panorama possibile che un centinaio di chilometri dopo ti sorprende con un altro scorcio incantevole. E allora partiamo verso le crete senesi.
Si tratta di una vasta erea che si estende a sud di Siena e comprende, tra gli altri, i comuni di Asciano, Monteroni d'Arbia, Rapolano, San Giovanni d'Asso, Buonconvento; a questo punto vi chiederete perché crete, il nome crete senesi è legato al materiale argilloso che caratterizza questo territorio e che deriva dai sedimenti del mare che bagnava l'area nel Pliocene, gli stessi sedimenti conferiscono al luogo un aspetto definito lunare per la presenza di biancane e calanchi.
Oggi vi propongo un assaggio di questo spettacolo della natura: Asciano raggiungibile dalla superstrada che collega Siena con Arezzo, si esce a Serre di Rapolano e si segue per Asciano, il viaggio potrebbe rivelarsi lungo considerando tutti gli innumerevoli punti panoramici ai quali non potrete resistere e se l'avventura vi piace, andrete a ricercare le viuzze sterrate più suggestive.....

Merita una visita il piccolo e leggendario borgo di Asciano, definito da Giosuè Carducci il paese del garbo per la fedeltà mostrata a Siena durante la battaglia di Montaperti e che si pensa sia stato fondato da Aschio, uno dei due figli di Remo. Si accede all'abitato dalla Basilica di Sant'Agata

Un vero vanto non solo per Asciano ma per tutto il territorio senese. All'interno della basilica si può ammirare l'affresco della Madonna in trono di Girolamo del Pacchia o Sodoma. Passando per corso Matteotti che attraversa il centro storico, si arriva alla chiesa di San Bernardino sede del museo etrusco.

Prima di proseguire è d'obbligo appagare il gusto con un buon tagliere a base di pecorino accompagnato dal miele e da un buon rosso di Montalcino o un Chianti.

Letteralmente spazzolato!
A pancia piena si può procedere verso l'abbazia di Monte Oliveto Maggiore passando per Chiusure, mettete in conto altre soste panoramiche, vi do un'idea

Altro gioiellino da ammirare è il borgo di Chiusure, una frazione di Asciano ricca di possedimenti della famiglia Tolomei e motivo di disputa tra i vescovi di Siena e di Arezzo.

A pochi chilometri di distanza, nascosto tra le colline, ecco l'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore che venne istituita grazie, in particolar modo, a Bernardo Tolomei, erede della nobile famiglia di Asciano che decise di abbandonare le proprie comodità e condurre una vita da eremita in una grotta in prossimità dell'abbazia (all'epoca ancora inesistente), proprio qui decise di dare vita alla congregazione di Santa Maria di Monte Oliveto, nel 1319 la congregazione venne inserita nella regola benedettina e nel 1344 iniziarono i lavori di quella che sarebbe diventata l'attuale abbazia.

Al centro della struttura vi è il chiostro che dà accesso ai diversi ambienti, alle pareti si possono ammirare trentacinque affreschi raffiguranti la vita di Benedetto e realizzati dal Signorelli e da Sodoma.
La parte sud del monastero è dedicata al refettorio, questa posizione non è casuale, assicura infatti un pasto caldo anche durante il freddo periodo invernale. La parte opposta al refettorio è, invece, legata al coro che per la vita monastica ha un ruolo fondamentale, l'attività principale all'interno del complesso è, per l'appunto, la preghiera corale, opus dei. Altra attività importante è la lettura, la biblioteca fu voluta nel 1515 dall'abate Francesco Ringhieri e conta circa quarantamila volumi, salendo una scala, posta al fondo dei locali della biblioteca, si accede alla farmacia che contiene una ricca collezione erbe e medicinali. Infine, si arriva alla sala del capitolo, altro ambiente importante per la vita collettiva dei monaci, rappresenta il punto di raduno per l'ascolto dei capitoli della regola benedettina, oggi la sala è adibita a piccolo museo di arte sacra, nella quale si possono ammirare importanti dipinti che danno al visitatore interessanti informazioni legate alla vita ai tempi di Benedetto.

Inutile dire che il complesso merita di essere visitato e in rigoroso silenzio per rispetto al luogo e ai monaci che vi vivono.
Tornando verso Siena gli scenari che si susseguono continuano ad essere da cartolina e si stenta a credere che non siano dipinti. Le crete senesi hanno ancora tante sorprese da regalarci, le scopriremo nella prossima avventura.

lunedì 27 febbraio 2017

Quelle giornate un po' così

Oggi è una di quelle giornate che vanno un po' così, demotivate, aspetti risposte da possibili datori di lavoro, ma il telefono tace se non per ricevere il messaggino della persona con cui hai cominciato a collaborare e con la quale speri di poter concludere qualcosa, scrive dicendoti di posticipare l'appuntamento che avevate a domani e l'ansia ti macera mentre arriva un altro messaggino, questa volta da una tua amica: è un maschio e questa volta ne è certa, il bimbo che aspetta è un maschio e tu sei strafelice per lei, per loro, per te che avrai un altro frugolotto da coccolare, ma intanto pensi che tu sei qui, ancora qui ad aspettare risposte e a cercare di capire quale piega prenderà la tua vita e ti senti in un limbo, nella perenne attesa di una svolta. Qualche giorno fa leggevo la lettera che una ragazza ha scritto in risposta al gesto di Michele, mi ha colpito perché mi ci sono ritrovata, come lei neanch'io ho un sogno nel cassetto, ne ho tanti che cambiano sempre, i miei si adattano alle prospettive che mi si presentano e come lei, mi sento di avere tante competenze e allo stesso tempo è come se non sapessi fare nulla. Generazione trent'anni, dicono. Voi che ne pensate? Se ne sono dette tante, i nostri genitori si sono addossati la colpa, alcuni di noi hanno detto che invece la colpa è nostra, non lo so, so che questa è una giornata che va così, a volte mi capitano ed è giusto che sia così, ma non voglio piangermi addosso per troppo tempo e le faccio passare, mangio un po' di nutella, metto un po' di musica e scrivo, oggi va così, ma come dice il buon Neffa "oggi è solo di passaggio".