sabato 21 novembre 2015

Riflessioni sugli attentati di Parigi

Siamo tutti sconcertati da quanto accaduto a Parigi, al di là di tutte le polemiche legate alle tragedie di seria A e di serie B questa non può non toccarci nel vivo, è umano, non che le  tragedie avvenute in tutto il resto del mondo siano prive di importanza ma Parigi è molto vicina a noi e molti di noi, compresa la sottoscritta, hannno conoscenti, amici, parenti, colleghi in quelle zone, alcuni ci vivono, altri ci sono di passaggio e sentirsi ancora più coinvolti credo sia inevitabile . Si tratta di una tragedia dettata dalla follia umana perchè la religione non può permettere una carneficina di questo tipo, nessun dio piò farlo, è solo follia, alcuni parlano di vendetta, questa gente si vendicherebbe per le numerose guerre che noi, "nobilissimo" popolo occidentale permettiamo, ancora oggi raccontandoci la storiella delle missioni di pace. Può darsi ma rimango comunque del parere, mio personalissimo e discutibilissimo parere, che alla base di tutto ci sia la follia, alla base di ogni guerra c'è la follia e la crudeltà. Non sono d'accordo con quelli, che in questi giorni, riprendono le famose parole della grande Oriana Fallaci, non sono d'accordo, penso che lei estremizzasse eccessivamente condannando l'islam a prescindere oppenendosi alla costruzione delle moschee nella sua bella Toscana. L'Islam non detta la guerra, personalmente non ho letto il Corano, e dovrei farlo, ma in molti mi hanno fatto notare che dice: "Chiunque uccida un uomo, sarà come  se avesse ucciso l'umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l'umanità". In questi giorni ho e abbiamo sentito, letto le opinioni più  diverse in merito, ho visto solidarietà tra i popoli ma anche il solito odio, il solito "mandiamoli a casa", il solito "facciamoli fuori" perché? Perché è ancora così difficile capire che le persone che arrivano nelle nostre città sono immigrati come lo siamo stati noi qualche anno fa e come continuiamo ad esserlo, questa follia non  è minimamente collegabile alle persone, alle famiglie in cerca di un futuro degno di questo nome. Continuo a pansare e ne sono sempre più convinta, che questo insieme di popoli sia una ricchezza e non, nella maniera più assoluta, una minaccia. Insegno italiano per stranieri e qualche giorno fa, durante un'attività, si giocava al famoso gioco dell'impiccato e ho assistito alla bellissima scena di un ragazzino senegalese e una ragazzina macedone che si suggerivano a vicenda le risposte da dare. Questa per me è  ricchezza, vedere culture diverse, confrontarsi, raccontarsi. Non facciamo di tutta l'erba un fascio perché è la cosa più sbagliata da fare. Ricordiamoci che gli islamici non sono tutti terroristi come noi italiani non siamo tutti mafiosi  o camorristi. Sarà retorico ma se tutti cominciassimo a ragionare così forse vivremo meglio  e se tutti i governi cominciassero a pensare che non si combatte la violenza con la violenza, forse potremmo vivere in un mondo migliore degno dei nostri figli. E per usare le parole ci Vittorio Arrigoni: Stay human.

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