Siete amanti dei viaggi on the road, quelli nei quali siete solo voi e la vostra macchina o la vostra moto pronti a farvi guidare da paesaggi belli da perdere il fiato, quei viaggi la cui meta è data dall'istinto? bene facciamo tappa in Toscana. Si sa, la Toscana è la regina dei paesaggi fiabeschi ed è fantastica perché non fai in tempo a convincerti di aver visto il più bel panorama possibile che un centinaio di chilometri dopo ti sorprende con un altro scorcio incantevole. E allora partiamo verso le crete senesi.
Si tratta di una vasta erea che si estende a sud di Siena e comprende, tra gli altri, i comuni di Asciano, Monteroni d'Arbia, Rapolano, San Giovanni d'Asso, Buonconvento; a questo punto vi chiederete perché crete, il nome crete senesi è legato al materiale argilloso che caratterizza questo territorio e che deriva dai sedimenti del mare che bagnava l'area nel Pliocene, gli stessi sedimenti conferiscono al luogo un aspetto definito lunare per la presenza di biancane e calanchi.
Oggi vi propongo un assaggio di questo spettacolo della natura: Asciano raggiungibile dalla superstrada che collega Siena con Arezzo, si esce a Serre di Rapolano e si segue per Asciano, il viaggio potrebbe rivelarsi lungo considerando tutti gli innumerevoli punti panoramici ai quali non potrete resistere e se l'avventura vi piace, andrete a ricercare le viuzze sterrate più suggestive.....
Merita una visita il piccolo e leggendario borgo di Asciano, definito da Giosuè Carducci il paese del garbo per la fedeltà mostrata a Siena durante la battaglia di Montaperti e che si pensa sia stato fondato da Aschio, uno dei due figli di Remo. Si accede all'abitato dalla Basilica di Sant'Agata
Un vero vanto non solo per Asciano ma per tutto il territorio senese. All'interno della basilica si può ammirare l'affresco della Madonna in trono di Girolamo del Pacchia o Sodoma. Passando per corso Matteotti che attraversa il centro storico, si arriva alla chiesa di San Bernardino sede del museo etrusco.
Prima di proseguire è d'obbligo appagare il gusto con un buon tagliere a base di pecorino accompagnato dal miele e da un buon rosso di Montalcino o un Chianti.
Letteralmente spazzolato!
A pancia piena si può procedere verso l'abbazia di Monte Oliveto Maggiore passando per Chiusure, mettete in conto altre soste panoramiche, vi do un'idea
Altro gioiellino da ammirare è il borgo di Chiusure, una frazione di Asciano ricca di possedimenti della famiglia Tolomei e motivo di disputa tra i vescovi di Siena e di Arezzo.
A pochi chilometri di distanza, nascosto tra le colline, ecco l'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore che venne istituita grazie, in particolar modo, a Bernardo Tolomei, erede della nobile famiglia di Asciano che decise di abbandonare le proprie comodità e condurre una vita da eremita in una grotta in prossimità dell'abbazia (all'epoca ancora inesistente), proprio qui decise di dare vita alla congregazione di Santa Maria di Monte Oliveto, nel 1319 la congregazione venne inserita nella regola benedettina e nel 1344 iniziarono i lavori di quella che sarebbe diventata l'attuale abbazia.
Al centro della struttura vi è il chiostro che dà accesso ai diversi ambienti, alle pareti si possono ammirare trentacinque affreschi raffiguranti la vita di Benedetto e realizzati dal Signorelli e da Sodoma.
La parte sud del monastero è dedicata al refettorio, questa posizione non è casuale, assicura infatti un pasto caldo anche durante il freddo periodo invernale. La parte opposta al refettorio è, invece, legata al coro che per la vita monastica ha un ruolo fondamentale, l'attività principale all'interno del complesso è, per l'appunto, la preghiera corale, opus dei. Altra attività importante è la lettura, la biblioteca fu voluta nel 1515 dall'abate Francesco Ringhieri e conta circa quarantamila volumi, salendo una scala, posta al fondo dei locali della biblioteca, si accede alla farmacia che contiene una ricca collezione erbe e medicinali. Infine, si arriva alla sala del capitolo, altro ambiente importante per la vita collettiva dei monaci, rappresenta il punto di raduno per l'ascolto dei capitoli della regola benedettina, oggi la sala è adibita a piccolo museo di arte sacra, nella quale si possono ammirare importanti dipinti che danno al visitatore interessanti informazioni legate alla vita ai tempi di Benedetto.
Inutile dire che il complesso merita di essere visitato e in rigoroso silenzio per rispetto al luogo e ai monaci che vi vivono.
Tornando verso Siena gli scenari che si susseguono continuano ad essere da cartolina e si stenta a credere che non siano dipinti. Le crete senesi hanno ancora tante sorprese da regalarci, le scopriremo nella prossima avventura.
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domenica 30 aprile 2017
lunedì 18 gennaio 2016
Monteriggioni, a spasso tra le torri
C'è una cittadina nel senese, nella quale il tempo sembra essersi fermato a molti secoli fa. Si trova su una collinetta e la si può scorgere percorrendo la superstrada che collega Siena a Firenze. Come succede con molti altri paesini toscani, la sua immagine colpisce già da lontano e anche nel suo caso diventa impossibile proseguire senza fermarsi.
Freccia a destra, direzione Monteriggioni, arrivare alla collina è un gioco da ragazzi, superare le mura è un'esperienza sbalorditiva, sembra di entrare nel Medioevo, il castello risale infatti al 1200 e fu eretto dai senesi per difendersi dai fiorentini che, a quei tempi, cercavano in tutti i modi di espandere il proprio territorio; delimitato da due porte dirette una verso Roma e l'altra verso Firenze rispettivamente dette "Porta Romea o Franca" e "Porta San Giovanni o Fiorentina", la fortezza riconduce alla sua bellezza e, soprattutto, imponenza originale con le sue mura intervallate da 14 torri, l'unica modifica, rispetto allo stato iniziale del castello, è stata fatta nel XVI secolo quando, per esigenze difensive, si decise di abbassare l'altezza delle stesse torri. Consigliato è il giro dei camminamenti di ronda, è infatti possibile percorrere le mura proprio come le guardie del tempo, in questo modo si possono ammirare il borgo e le colline che lo circondano.
Per immergersi ancora più concretamente nell'atmosfera medievale del luogo, è necessario partecipare alla festa che si tiene tutti gli anni a luglio, segnatelo sull'agenda, l'appuntamento per quest'anno è fissato per 8, 9, 10, 15, 16 e 17 luglio. Per l'occasione il borgo fa un balzo nel passato e si riempie di artigiani, liutai, pittori, poeti pronti a raccontarvi e farvi vivere la loro storia, non perdete l'occasione!
Freccia a destra, direzione Monteriggioni, arrivare alla collina è un gioco da ragazzi, superare le mura è un'esperienza sbalorditiva, sembra di entrare nel Medioevo, il castello risale infatti al 1200 e fu eretto dai senesi per difendersi dai fiorentini che, a quei tempi, cercavano in tutti i modi di espandere il proprio territorio; delimitato da due porte dirette una verso Roma e l'altra verso Firenze rispettivamente dette "Porta Romea o Franca" e "Porta San Giovanni o Fiorentina", la fortezza riconduce alla sua bellezza e, soprattutto, imponenza originale con le sue mura intervallate da 14 torri, l'unica modifica, rispetto allo stato iniziale del castello, è stata fatta nel XVI secolo quando, per esigenze difensive, si decise di abbassare l'altezza delle stesse torri. Consigliato è il giro dei camminamenti di ronda, è infatti possibile percorrere le mura proprio come le guardie del tempo, in questo modo si possono ammirare il borgo e le colline che lo circondano.
Per immergersi ancora più concretamente nell'atmosfera medievale del luogo, è necessario partecipare alla festa che si tiene tutti gli anni a luglio, segnatelo sull'agenda, l'appuntamento per quest'anno è fissato per 8, 9, 10, 15, 16 e 17 luglio. Per l'occasione il borgo fa un balzo nel passato e si riempie di artigiani, liutai, pittori, poeti pronti a raccontarvi e farvi vivere la loro storia, non perdete l'occasione!
mercoledì 13 gennaio 2016
Alla scoperta di San Galgano e della spada nella roccia
Se da Siena ci si incammina verso il mare, ci si imbatte, la sosta è d'obbligo, in un suggestivo monastero privo di tetto, è l'Abbazia di San Galgano. L'abbazia, di chiara origine gotica, fu eretta tra il 1218 e il 1288 e rappresenta il primo esempio di chiesa gotica apparso in Toscana. La posizione fu scelta dai costruttori perché strategica, i monaci cisterensi tendevano infatti a stabilirsi proprio in prossimità di fiumi e pianure adatte alla coltivazione, elementi che abbondavano in questa zona. La comunità rimase attiva in questo luogo fino ai pesanti accadimenti che lo colpirono nel corso del 1300: la carestia che prese piede nel '29 e la peste che martoriò i territorio nel '48. Sul finire del XV secolo, l'abbazia venne lasciata dai monaci, che si spostarono presso il palazzo di San Galgano a Siena a seguito dei saccheggi subiti dai mercenari. L'aspetto attuale è dovuto all'azione di un fulmine che nel 1786 colpì il campanile facendolo crollare sul tetto, tre anni dopo l'abbazia fu sconsacrata. Oggi, la sua suggestiva immagine la rende lo scenario ideale di concerti e spettacoli all'aperto che allietano le calde serate estive.
Poco distante, si trova la cappella di Montesiepi che fu eretta tra il 1181 e il 1185 proprio sul colle che Galgano Guidotti (da lui prese il nome l'abbazia) scelse per la sua vita da eremita che intraprese per allontanarsi da ogni vizio a seguito dell'apparizione dell'arcangelo Michele. Nella stessa cappella, si può ammirare, la spada che, lo stesso Guidotti infisse nella roccia proprio per suggellare l'inizio questa sua nuova vita.
A pochi chilometri di distanza, nel paesino da cartolina di Chiusdino, vi è il Museo Civico e Diocesano d'Arte Sacra di San Galgano, inaugurato da pochi mesi, il museo espone dipinti che raccontano minuziosamente la vita di Galgano Guidotti e in particolare le vicende legate alla leggendaria apparizione, interessanti sono anche i reperti dell'abbazia, compresa l'oggettistica, e gli ex voto dedicati al Santo.
Poco distante, si trova la cappella di Montesiepi che fu eretta tra il 1181 e il 1185 proprio sul colle che Galgano Guidotti (da lui prese il nome l'abbazia) scelse per la sua vita da eremita che intraprese per allontanarsi da ogni vizio a seguito dell'apparizione dell'arcangelo Michele. Nella stessa cappella, si può ammirare, la spada che, lo stesso Guidotti infisse nella roccia proprio per suggellare l'inizio questa sua nuova vita.
A pochi chilometri di distanza, nel paesino da cartolina di Chiusdino, vi è il Museo Civico e Diocesano d'Arte Sacra di San Galgano, inaugurato da pochi mesi, il museo espone dipinti che raccontano minuziosamente la vita di Galgano Guidotti e in particolare le vicende legate alla leggendaria apparizione, interessanti sono anche i reperti dell'abbazia, compresa l'oggettistica, e gli ex voto dedicati al Santo.
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