sabato 2 aprile 2016

Philomena

Non ho visto il film Philomena e ho cominciato a leggere il libro pensando si concentrasse sulla ricerca del figlio perduto, in realtà, il racconto, scritto dal giornalista Martin Sixsmith, che aiutò Philomena a ritrovare il figlio, si concentra più sulla figura di quest'ultimo che, per tutto il corso della sua breve e travagliata vita, non smetterà mai di cercare la madre.
Philomena Lee è una ragazza madre che, del tutto ignara della vita, a 18 conobbe un uomo che la rese mamma senza che lei avesse la minima idea di come si mettessero al mondo i bambini; la ragazza fu spedita presso un convento irlandese non appena la sua condizione cominciò ad essere visibile. Le ragazze "ospiti" del convento, venivano sottoposte a continue umiliazioni perchè considerate peccatrici, rimanevano in convento per tre anni e i bambini venivano dati in adozione forzando il consenso delle madri naturali. Così, all'età di tre anni, Anthony Lee fu strappato dalle braccia della madre per essere affidato a una famiglia americana. Arrivati a questo punto Sixsmith comincia a raccontare la vita del piccolo Anthony che, una volta adottato prese il nome di Mike. Mike farà una brillante carriera ma, la sua vita, sarà sempre tormentata, e si placherà solo a ridosso della scoperta di una terribile malattia. L'ossessione per la scoperta delle proprie origini lo accompagnerà fino alla fine dei suoi giorni. Il libro si conclude tornando a Philomena Lee che, dall'altra parte dell'oceano si chiederà ogni singolo giorno della sua vita dove possa essere il figlio fino a quando nel 2004 riuscirà a trovare il coraggio di confidarsi con la figlia avuta successivamente e che, a sua, volta, cercherà di assecondare la sua ricerca, chiedendo aiuto al giornalista, il quale raccoglierà il materiale ritrovato per dare vita a questo commovente libro. Una storia che narra l'amore tra una madre e un figlio, un amore che va oltre le distanze, oltre la cattiveria, oltre il perbenismo della chiesa. Una storia straziante che porta con sé un messaggio di speranza alle tante donne e ai tanti bambini che hanno vissuto sulla propria pelle questo strazio.

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