venerdì 6 maggio 2016

Settimana Italiana dell'Insegnante

È partita lo scorso 2 maggio la seconda edizione della Settimana Italiana dell'Insegante, un'occasione per celebrare una figura estremamente importante per la società e che troppo spesso viene sottovalutata. Gli insegnanti hanno un ruolo importantissimo nella formazione della persona e non soltanto dal punto di vista dell'istruzione. Un bravo insegnante non si limita a inculcare nozioni, un bravo insegnante scopre le potenzialità del discente e lo porta a diventare l'uomo e la donna che saranno.
Quest'anno l'iniziativa è partita con l'hashtag #RingraziaUnDocente, per ricordare gli insegnati che, in qualche modo, hanno segnato positivamente le nostre vite. Nel corso della mia carriera studentesca ho avuto diverse tipologie di insegnanti, i competenti frustrati, gli incompetenti e quelli da ringraziare, partendo da questi ultimi ringrazio la maestra Ornella che nel corso dei cinque anni di scuola primaria è stata una sorta di vice mamma per tutti noi, attenta ai nostri bisogni, alle nostre debolezze, alle nostre paure, dopo oltre vent'anni, continuo a ricordarla con tanta tenerezza. Un ringraziamento particolarmente sentito va alla professoressa di lettere del biennio delle scuole superiori, la professoressa Alpestre, ha ricominciato a farmi amare le sue materie: italiano e storia, dopo tre anni di scuole media caratterizzate da un "insegnamento" incompetente, quello di cui accennavo poco fa. Oltre ad impartire le sue lezioni, osservava noi studenti, in me vedeva una potenziale studentessa di teatro e un'amante della scrittura, all'epoca ero una ragazzina timida ed estremante insicura, quando mi disse che secondo lei potevo essere portata per il teatro, io risi tra me e me pensando: "io su un palcoscenico? Che follia!"; da piccola amavo scrivere, ma ho praticamente sotterrato questa passione che nasceva in me grazie, anche, a insegnanti incompetenti. Aveva ragione lei, ma me ne sarei resa conto solo parecchi anni dopo, all'università, ho ricominciato a scrivere, e mi sono iscritta ad un corso di teatro che mi ha aperto un mondo facendo nascere un nuovo amore:) mi piacerebbe ringraziarla per questo.
Un ultimo grazie è dedicato ad una grande professoressa e una grande donna, Ada Lonni, è stata la docente di Storia Contemporanea dei Paesi Mediterranei durante il biennio di magistrale, quando spiegava trasmetteva tutta la sua passione per la materia, non potevi non amarla, ricordo che con lei avevo lezione il sabato mattina, solitamente il sabato mattina è tragico e le aule universitarie sono semivuote, ma con lei no, con lei anche il sabato mattina andare a lezione era un piacere, era impossibile non farsi coinvolgere dalle sue parole, la storia del Mediterraneo e l'insegnamento sembravano essere la sua vita, era piena di entusiasmo e di spirito di iniziativa, qualità che non l'hanno mai abbandonata neanche quando, con una forza incredibile, una mattina è entrata in aula annunciandoci che, purtroppo, il programma del corso avrebbe subito alcune modifiche a causa di una brutta diagnosi, era visibilmente (almeno all'apparenza) più preoccupata per il suo corso che per la sua malattia. Sfortunatamente, dopo una prima vittoria, non è riuscita a vincere la seconda battaglia e lo scorso anno ci ha lasciato, la ricorderò sempre per la sua passione, per il suo coraggio, per la sua voglia di vivere.
Loro sono state le tre insegnanti che mi hanno dato molto più di un voto su una pagella o di una nozione storica. Poi ho avuto i professori competenti ma frustrati, forse non ambivano a stare dietro una cattedra, forse ci sono finiti per caso, come molti di noi, e per necessità non hanno potuto seguire le loro aspirazioni, a questa categoria apparteneva il professore di italiano e storia nel triennio delle superiori, era un critico d'arte con poca voglia di stare dietro ai suoi studenti che nelle sue ore finivano per fare i compiti per l'ora successiva, avrebbero colmato le proprie lacune storiche e letterarie leggendo o informandosi per conto proprio, personalmente lo sto ancora facendo e credo continuerò a farlo ancora per molto.
Concludo in bellezza con gli insegnanti incompetenti, perchè penso sia necessario citarli, anche per distinguerli dai tanti professionisti che fanno questo importante lavoro con dedizione. Sono quelli che riescono a distruggere ogni passione senza rendersene conto, non esagero se dico che durante gli anni delle medie ho smesso di leggere, non scrivevo più, non amavo studiare, a posteriori sono sempre più convinta che tra le cause ci siano stati insegnanti poco attenti, o comunque meno attenti con i meno brillanti, perchè perdere tempo con timidi impacciati e difficili da capire, questi non avrebbero combinato molto nella vita, meglio farli abituare alla condizione, perchè perdere tempo a porsi domande su di loro, sui loro pensieri, sui loro desideri. Purtroppo la conferma di questa mia teoria mi è stata data da persone che negli anni a seguire hanno avuto gli stessi professori ed è per questo che sostengo che un insegnate debba meritarsi il posto che ricopre, un professore ha nelle mani il futuro di una persona e non ci si può scherzare, non dico che loro siano responsabili delle vite, delle scelte dei propri studenti, ma in qualche modo li influenzano, dal mio punto di vista, crescendo, ho deciso di reagire ho incontrato guide che hanno creduto, che hanno visto oltre e che mi hanno stimolato, mi hanno spinto a pretendere di più dalla vita, da me stessa, ma ugualmente credo che un insegnate debba stare attento, un aforisma di Mirko Badiale che mi sta molto a cuore è: "Apponete un cartello su ogni bambino con su scritto: maneggiare con cura, contiene sogni" è vero, quindi insegnanti, non si pretende che siate infallibili, ma maneggiate con cura i vostri studenti, i loro sogni sono importanti e se non siete in grado di farlo, se non avete voglia, fate altro, il mondo è pieno di grandi docenti pronti a prendere il vostro posto, buon lavoro e ancora grazie ai tanti insegnati in gambissima -passatemi il termine :)-

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